In memoria di zio Vittorio Scaramucci
Essere Spoleto
di Manlio Visintini - 1995
Quel variopinto viavai
in via Duomo,
sotto brillanti stelle
che danzano lassù,
ancor più vaghe
e imprendibili lucciole
che parlan d'amore
agli Angeli polìcromi...
Profumi di vecchi muri
e lucide scalette vuote
che attendono ansiose
forse,
il sedersi di un bel nuovo pensiero
che porti fiori al cuore.
...E fascinose donne
dagli occhi neri
come il fondale del Clitunno
quando piove
ridon tra loro maliziose,
e le rondini s'abbracciano
cantando salmi al Signore!
E il Tessino mormora
quieto
assieme a gagliardi grilli
e cicale in sottoveste,
e caminetti ardon
come lontane galassie...
E quel riccioluto Bizzarri
detto Sergio,
assieme allegri dal Panciolle
a mangiar le sfrappe
guardando il paesaggio umbro
che ci sorrideva,
e ancora mille storie piccanti
dall'aroma di ginepro
a via dei Gesuiti,
...e così felice
me ne vo,
nella gravida Spoleto
dell'anima mia.
* * *
(a zio Vittorio Scaramucci, Spoleto-Trieste)
* * *
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